Gli immobili e la sfida energetica
La vetustà del patrimonio edilizio rende centrali le politiche per la riqualificazione degli edifici
Il settore delle costruzioni è oggi protagonista di una profonda fase di transizione, in Toscana così come a livello nazionale. Dopo il forte rimbalzo registrato nel post-Covid, sostenuto anche da ingenti incentivi fiscali, il 2025 si è aperto con segnali di crescita più contenuta con un valore dell’indice di produzione che nel primo trimestre è variato del +1,4% in termini tendenziali. Il Superbonus, introdotto nel 2020 con un’aliquota iniziale del 110%, ha rappresentato uno degli strumenti più rilevanti per il rilancio dell’edilizia: rimarrà attivo fino al 31 dicembre 2025, seppur con aliquote decrescenti (dal 110% iniziale al 65% del 2025) e vincolato a precise scadenze amministrative. Secondo l’aggiornamento Enea del 30 aprile, gli edifici ammessi al beneficio sono quasi 500.000, per un totale di 120 miliardi di euro di investimenti. In questo contesto, la Toscana ha giocato un ruolo importante, con 6,8 miliardi di lavori asseverati: circa il 6% del totale nazionale, che la colloca all’ottavo posto tra le regioni italiane.
Efficienza energetica
La vetustà del patrimonio edilizio rende centrale il tema delle politiche per la riqualificazione degli edifici, in primis energetica. Secondo i dati del Censimento Permanente Istat, la parte più ampia del patrimonio abitativo italiano è rappresentata dalle abitazioni costruite prima del 1980: si tratta di oltre 24 milioni di abitazioni che corrispondono al 68,3% del totale. Per la Toscana la quota sale al 73% (1,6 milioni) con punte del 77% per Firenze e del 76% per Pistoia; la provincia con un peso inferiore delle abitazioni con più di 45 anni è Prato con una percentuale del 69% che resta comunque superiore alla media nazionale. Investire nell’efficienza energetica produce benefici tangibili: riduce i consumi, le emissioni e i costi energetici, valorizza il patrimonio immobiliare e migliora il benessere degli abitanti.
Soluzioni come l’isolamento termico o l’adozione di impianti efficienti aumentano la vivibilità delle case, con ritorni economici misurabili nel medio-lungo termine. Gli effetti degli incentivi passati si stanno già traducendo in un miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici certificati. Secondo il Rapporto 2024 Enea-Cti, il 2023 è il primo anno in cui gli Ape (Attestato Prestazione Energetica) emessi vedono la quota di immobili in classe F e G scendere sotto il 50%, con un netto miglioramento verso le classi A e B. Uno studio di Banca d’Italia, inoltre, ha stimato come l’efficienza energetica degli edifici residenziali influenza il prezzo di vendita degli immobili: le abitazioni con classe energetica più efficiente (A) hanno un prezzo di vendita superiore del 25% rispetto a quelle meno efficienti (classe G). In una regione come la Toscana, dove le aree costruite si fondono con il paesaggio e ne rappresentano un elemento storico e identitario, la sfida consisterà nell’integrare le innovazioni tecnologiche nel rispetto del territorio, per garantire uno sviluppo rispettoso e che valorizzi il contesto territoriale.
Direttiva europea
A rafforzare questa spinta alla trasformazione del comparto edilizio, si inserisce anche la nuova Direttiva europea Epbd IV (Energy Performance of Buildings Directive o Direttiva Case Green), pubblicata l’8 maggio 2024 nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea. Parte integrante del pacchetto “Fit for 55%”, l’obiettivo principale della direttiva è ridurre in maniera sostanziale il consumo energetico e le emissioni di gas inquinanti di case e palazzi entro il 2035, per poi puntare alla realizzazione di immobili che non producano emissioni inquinanti entro il 2050.
Il Pnrr
Un ulteriore elemento che ha impatti rilevanti sul settore delle costruzioni è il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr). In particolare, si possono rilevare numerosi progetti che mirano alla riqualificazione e allo sviluppo del patrimonio edilizio regionale. La Toscana, in particolare, beneficia di importanti investimenti nel settore dell’edilizia scolastica (oltre 10 miliardi di euro) per trasformare le scuole in ambienti sicuri, sostenibili e all'avanguardia (costruzione di nuove scuole, asili nido, potenziamento delle infrastrutture dello sport, ecc.), oltre a risorse per la modernizzazione degli ambienti scolastici (ulteriori 2 miliardi di euro). Tra gli altri interventi infrastrutturali in Toscana si evidenziano gli investimenti in mobilità sostenibile, infrastrutture ferroviarie, edilizia pubblica e rigenerazione urbana con progetti come il sistema tramviario di Firenze (450 milioni), la realizzazione di case di comunità e ospedali di comunità (470 milioni), oltre a interventi per il servizio idrico integrato per potenziare le infrastrutture per la gestione delle reti (170 milioni).
Tassi di interesse
In prospettiva, un sostegno alla ripresa dell’edilizia privata potrà venire anche da un contesto di tassi di interesse più basso che potrà stimolare le compravendite immobiliari. Il taglio dei tassi da parte della Bce, iniziato a metà 2024 e tuttora in corso, sta attivando una maggiore domanda di mutui con riflessi positivi che si iniziano a sentire sulle compravendite. In Toscana, le compravendite di abitazioni avevano raggiunto il picco di 55.000 transazioni nel 2022, il valore più elevato dal 2011. Nel biennio successivo, 2023 e 2024, il mercato si è stabilizzato su livelli comunque sostenuti, con circa 47.000 compravendite annue. In particolare, a fronte di una sostanziale stabilità nelle compravendite regionali, a livello provinciale il dato si mostra particolarmente eterogeneo con una crescita che ha interessato le province di Arezzo (+3,4%), Pistoia (+2,9%) e Firenze (+1,1%), mentre le riduzioni più rilevanti si sono registrate nelle province di Massa-Carrara (-7,0%) e Grosseto (-4,8%).
Opportunità
La convergenza di strumenti normativi (Pnrr, Epbd IV), incentivi, domanda privata e fabbisogni strutturali del territorio può rappresentare un’occasione unica per trasformare le debolezze del settore, come il patrimonio obsoleto o la carenza di manodopera, in opportunità di innovazione, lavoro e qualità urbana. Sul tema delle nuove entrate di personale, i dati Anpal Unioncamere mostrano per il 2024 una quota di ingressi di difficile reperimento pari al 64% (di cui 42% per mancanza di candidati, 17% per preparazione inadeguata) che colloca il comparto tra quelli con le difficoltà maggiori e che nell’ultima rilevazione di maggio si è ulteriormente acuito con una percentuale del 67%.
Tendenze
È significativo analizzare le indicazioni raccolte alla fine del 2024 dalla rete commerciale Intesa Sanpaolo sulle tendenze che si stanno registrando tra le imprese delle costruzioni. Come prima strategia per affrontare l’attuale contesto competitivo si rileva la tendenza a diversificare i comparti di specializzazione (16%), tendenza probabilmente da leggere anche come tentativo di ampliare le attività verso un segmento come quello delle infrastrutture che è particolarmente dinamico in questo momento. Inoltre, tra le strategie indicate si rileva la tendenza a investire per efficientare i processi (14%) al pari della diversificazione degli approvvigionamenti (14%) che rappresenta un elemento rilevante per un settore che è stato colpito nel recente passato dai rincari e dalle difficoltà di reperimento delle materie prime.
Prospettive
Al fine di mantenere una buona competitività e per poter rispondere a una domanda che sempre più sarà selettiva e orientata verso i temi della sostenibilità e dell’efficientamento energetico, il settore delle costruzioni in Toscana dovrà affrontare e superare gli elementi che ne condizionano maggiormente l’evoluzione come l’invecchiamento della forza lavoro, la carenza di manodopera qualificata e la necessità di un consolidamento dimensionale degli operatori.
* economiste Research Department Intesa Sanpaolo
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